Qual’è il PUBBLICO del tuo locale?
un locale è una ATTIVITA’ ECONOMICA
cioè vende un prodotto ad un pubblico di riferimento.
il prodotto può essere “fisico” ovvero pane, gelato, caffè (tipico dei locali diurni)
oppure “metafisico”, cioè intrattenimento, atmosfera, divertimento (tipico dei locali serali)
In ogni caso occorre individuare un “PUBBLICO DI RIFERIMENTO” a cui rivolgersi.
I locali generalisti oggi hanno una scarsissima possibilità di successo.
Aprire “un bar” o aprire “un ristorante” generico, non ha più senso.
Occorre stabilire che tipo di bar e per quale tipo di pubblico o che tipo di ristorante per quale tipo di pubblico.
Per chiarire meglio il concetto di “tipo di pubblico” o “pubblico di riferimento”, facciamo un esempio semplice: PENSIAMO A NOI STESSI.
Una sera abbiamo voglia di uscire con il nostro partner per una cena romantica.
Cercheremo quindi un locale intimo, non troppo grande, con un servizio discreto e una bella atmosfera a lume di candela per assecondare il nostro desiderio di romanticismo.
La sera dopo invece, decidiamo di uscire con i nostri amici per divertirci in compagnia.
Sceglieremo quindi un bel locale grande, informale, dove trovare posto per mangiarci una pizza, bere una birra e magari finire la serata ballando sui tavoli.
La sera seguente (accidenti che vita sociale!), decidiamo di andare a prendere l’aperitivo in centro con il nostro migliore amico/a.
Quindi ci prepariamo con cura, indossiamo il nostro vestito figo, la cintura di Gucci o la borsa di Hermes, e via verso quel nuovo locale modaiolo per vedere e farci vedere.
Dal nostro punto di vista siamo sempre noi stessi.
Dal punto di vista di un gestore di locali, rappresentiamo invece 3 PUBBLICI DIVERSI.
Abbiamo scelto, a seconda dei nostri desideri, 3 tipi di locali diversi che corrispondessero al nostro “bisogno” di passare una serata in un modo piuttosto che in un’altro.
Pur uscendo tutte le sere (!) non siamo andati nello stesso locale, ma abbiamo scelto ogni volta un locale DIVERSO che, secondo noi, corrispondesse alle nostre esigenze dei quel momento.
Quindi un imprenditore che voglia aprire un locale DEVE domandarsi a QUALE PUBBLICO intende rivolgersi.
Se fare un locale “per cene romantiche” piuttosto che “informale per compagnie” piuttosto che “modaiolo per aperitivi fighetti”.
NON ESISTE un locale dove tutti possono fare tutto.
Noi stessi non lo sceglieremmo.(vi immaginate una cena romantica a luce di candela in mezzo a gente che balla sui tavoli??)
Prima di realizzare un locale occorre quindi:
– stabilire IL PUBBLICO DI RIFERIMENTO
– individuarne i bisogni (cene romantiche o informali ecc)
– definire gli elementi in grado di soddisfarli (atmosfera, dimensione, servizio ecc)
– comunicarli efficacemente in modo che il pubblico identifichi il locale come il POSTO GIUSTO dove passare un certo tipo di serata
Tutto questo in termini di marketing si chiama POSIZIONAMENTO, STRATEGIA DIFFERENZIANTE, DEFINIZIONE DEL BRAND, TARGETING.
Se nell’immaginare il vostro locale avete valutato questi aspetti, siete sulla strada giusta per il successo!
In caso contrario… è meglio che cominciate a farlo!
Fatemi sapere cosa ne pensate…
Trovo per questo che in qualche modo sia il locale che fa il pubblico: cioè andrò nel tal posto quando mi sentirò come l’ambiente richiede. Cioè (estremizzando un po’) l’architettura (anche di interni, anche nel settore commerciale) ha fini “educativi” perché guida l’utente a presentarsi in un modo piuttosto che in un altro.
Ma come si pone in questo schema il locale più trasversale, più italiano e nello stesso tempo più internazionale di tutti, ovvero la pizzeria? È destinato a grandi gruppi, coppie, famiglie, persone con età dai 12 agli 80 anni contemporaneamente presenti e può essere anche di tendenza se ben localizzato!
Cosa ne pensi?
E’ una specie di loop.
Il locale è disegnato in un modo per soddisfare un certo pubblico, e quindi il pubblico lo frequenta “adattandosi” al tipo di locale.
Ma non bisogna commettere l’errore che ogni tanto i gestori fanno (e anche gli architetti a volte), cioè quello di disegnare il locale come piace a loro e poi pensare (o sperare) che il pubblico vi si adatti.
Il pubblico vi si adatta se il locale interpreta correttamente i desideri del pubblico, non del gestore o dell’architetto.
Il pubblico siamo noi e quindi, sentendoci in modo diverso ogni giorno, cerchiamo un locale diverso ogni volta; che meglio corrisponda a come ci sentiamo.
Per quanto riguarda la “pizzeria” vale lo stesso discorso.
Non è più “un locale dove si mangia la pizza” (come negli anni settanta), ma un luogo dove vivere una “esperienza”.
Il prodotto, il servizio e l’ambiente, costituiscono questa “esperienza”.
Che può (anzi DEVE) essere differente da un locale all’altro.
Differenziarsi e posizionarsi è ormai l’unica strategia possibile sul mercato oggi.
“In base al pubblico” è uno dei modi di farlo. (si può fare anche in base al prodotto o al servizio o al design, tanto il posizionamento di un aspetto influenza anche tutti gli altri).
Può diventare una necessità per esempio nei locali che ho fatto a Reggio Emilia (Paprika e Pizzikotto) che avendo lo stesso proprietario e offrendo lo stesso tipo di prodotto dovevano differenziarsi in base al pubblico per non farsi concorrenza da soli.
Quindi uno è più ricercato e offre un servizio (e un prodotto) più elaborato ad un prezzo leggermente più alto.
L’altro ha una atmosfera (e un servizio) più informale e offre un prodotto più semplice e leggermente più economico.
Quindi i 2 locali si rivolgono a 2 pubblici diversi, pur offrendo la stessa tipologia di prodotto: la pizza.
Buongiorno architetto! Personalmente seguo i suoi capolavori da diversi anni. Non mi sono mai sbagliata associando le sue creazioni al prodotto che offre il ristoratore. Funzionano entrambi. L’occhio vuole sempre la sua parte e il cibo deve avere un buon palato. Ieri sera sono stata a Milano al ristorante El carnicero…un locale incantevole, di mio gusto! Tutto era magnifico. Il.cibo, il servizio, l’ospitalità, ma se devo essere sincera la cosa che d’impatto mi ha colpito e’ stata la struttura del locale…mi viene in mente il detto ” non si butta via niente”. Tutto e’ al posto giusto, il vecchio attaccapanni, insegne usurate, muri spessi, solidi e un po smussati dal tempo…trovo tutto questo fantastico…ora sono in attesa di qualche nuovo suo progetto da visitare.
Grazie Raffaella,
ti ringrazio per le belle parole.
Sono contento che ti sia trovata bene a El Carnicero.
E’ anche tra i miei locali preferiti!
Alla prossima!